venerdì 9 dicembre 2011

L'importanza delle mani

Ho trovato questo video sul nostro futuro digitale:


Credo che effettivamente questo sia quello che ci aspetta. E' l'evoluzione delle attuali interfacce utente. 
Molte aziende stanno lavorando per realizzare questo futuro "digitale". 

In effetti, a pensarci bene, è fin troppo "digitale". Sembra che tutto finisca con l'interazione basata sul "dito". 
Il futuro qui rappresentato è troppo immateriale. Dimentica la mano dietro al dito. Dimentica la materialità del corpo. 
Gli strumenti dell'uomo sono degli amplificatori delle potenzialità dell'uomo. E questo futuro, per quanto affascinante a prima vista, pone dei problemi su cui riflettere.
Il video che ho trovato non ha la prospettiva del futuro che vorrei. E' troppo limitato. Uno sfiorare continuo di superfici e una visualizzazione di dati non manipolabili e difficili da sentire.

Le mani invece sono molto di più del dito. Le mani sentono e le mani manipolano. Le mani sentono molte sensazioni e il nostro cervello è capace di integrarle. Quando apro il tappo di un barattolo di marmellata questo fa resistenza. Per chiuderlo devo essere preciso e posizionarlo correttamente. Quando costruisco modellini devo plasmare della materia, che obbedisce ad una serie di forze di natura che il mio corpo da sempre ha imparato a conoscere.

Credo che sia importante pensare anche ad un futuro diverso per le interfacce con la realtà che ci circonda.

Indagherò su cosa stanno pensando i maestri dell'interazione uomo macchina. Per ora quello che ho visto è una estensione di quello che vedremo nei negozi a natale o poco più... 

Siamo solo agli inizi del secolo delle interfacce. 


martedì 22 novembre 2011

Visualizzare la spesa pubblica

Sto per iniziare un progetto personale su come visualizzare dove vanno i miei soldi pagati in tasse.

Sull'onda del lavoro svolto all'estero da persone che come me si dilettano di visualizzazione inizio il mio progetto documentandomi.

Un esempio che non mi lascia però del tutto convinto è questo

WhereDoesMyMoneyGoes

Manca la proporzione tra le immagini e la spesa e alcune icone sono difficili da interpretare o ambigue.

Ad ogni modo val la pena di considerare OpenSpending e considerare in loro una potenziale fonte di elaborazione grafica.

Ho trovato il daset dal 1996 al 2008 per l'Italia del Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica del Ministero dello Sviluppo economico italiano.

Sinceramente preferisco il lavoro di Jeff Backman  http://www.deathandtaxesposter.com/ che lo vende su Amazon.

Se vedete qualcosa di interessante e di simile in giro.... segnalatemelo!


martedì 8 novembre 2011

Una presentazione degna di nota

Ho visto questa presentazione dello stato americano dello Iowa

Oltre che per il contenuto mi piace come è stata realizzata questa presentazione. Riflette tutti i principi espressi nel libro Reasonate di Nancy Duarte.

Vale la pena di vederla più volte per analizzare come è stata realizzata.

Un buon lavoro.

venerdì 4 novembre 2011

Split - una storia d'amore

Questo video, Splitscreen: una storia s'amore, molto romantico e molto carino mi ha davvero colpito.
La storia e l'idea contano più della tecnica.


Splitscreen: A Love Story from James W Griffiths on Vimeo.

giovedì 20 ottobre 2011

Superfici per pensare visualmente

Quando si inizia a praticare un po' le tecniche di visualizzazione si desidera avere a disposizione ampie lavagne su cui poter disegnare. I fogli A3 non ti bastano piu'. Quando vai in aula devi avere idea delle dimensioni diverse e abituarti a formati a cui non siamo abituati.

Comprai la mia prima lavagna ormai una decina di anni or sono. Era di quelle bianche con i pennarelli a secco e la usavo principalmente per gestire lo stato di avanzamento dei progetti e per schematizzare le idee con i miei colleghi. Anche quando ho iniziato a lavorare da remoto la lavagna mi e' sempre rimasta nel cuore. La mia scrivania su cui lavoro e' dipinta con una vernice arancione con vernice lavagna per i gessetti. Ma in effetti non li uso piu' di tanto i gessetti. Non mi piace la sensazione del gesso sulle dita.

Da anni anelo a quelle mitiche pareti che avevo in Sun Microsystems nel campus di Broomsfield a nord di Denver. Intere pareti su cui scrivere liberamente ed erano pure magnetiche.

Mi sono informato ed esiste una vernice chiamata Idea Paint, che adesso importano anche in Italia, con la quale e' possibile dipingere qualsiasi parete o superficie e renderla scrivibile e cancellabile come una lavagna a secco. Peccato che sia roba per ricchi...

Ad ogni modo anche la vernice non e' quello che fa per me. A me piace avere delle superfici mobili.

Certo che da quando c'e' in commercio una pasta adesiva (Patafix e prodotti succedanei) che non rovina le pareti qualsiasi parete puo' diventare una parete scrivibile appendendo con questa pasta i classici fogli 70x100 delle cosidette lavagne mobili.

Ad ogni modo quando vidi le lavagne della tedesca Neuland orientabili in orizzontale, cosi' come si conviene a chi disegna mappe mentali e visualizza spesso come me, fui tentato di ordinarle, finche' non vidi il prezzo: 898 euro!

Le lavagne in genere sono costose, sono difficili da spostare e pesanti.

Per cui oggi mi sono deciso a risolvere il problema basandomi su un paio di buoni consigli di David Sibbert e di qualche anziano artigiano.

Ed ecco che con meno di 40 euro ho una superficie da disegno di 240 cm x 120 cm che posso estendere a piacere di altri 120 cm investendo altri 20 euro (probabilmente anche meno)...

E per realizzarli ho impiegato meno di un'ora per tutti e due.


Questo cavalletto e' pieghevole, leggero e trasportabile. Sulla lavagna posso appendere fogli con le puntine rimovibili e posso attaccare anche i lunghi fogli della carta da plotter se voglio.

Li iniziero' a sperimentare presto.

Ma volevo condividere questa esperienza e magari ricevere suggeriementi su come migliorarla, dove trovare buon legname prelavorato a basso costo

mercoledì 12 ottobre 2011

Video grafici: potenza espressiva

Nel 2007 ebbi modo di vedere il mio primo video di Common Craft. Un colpo di fulmine.

Quel video era sul wiki. Ed era ad un wiki aziendale a cui stavo lavorando. Fu un'esperienza illuminante.

La potenza espressiva di un video molto semplice sta nella narrazione e nella semplificazione del messaggio potenziato dalla rappresentazione grafica elementare e reso interessante dal vedere una spiegazione come se fosse dal vivo.

Ho deciso che inizio anche io a fare video cosi', almeno per gioco se nessun cliente italiano sara' propenso a sperimentare.

Per verificarne la potenza espressiva oggi mi sono sottoposto ad un esperimento... avevo sentito parlare di una azienda tedesca che produce biscotti con su i QR Code per creare una comunicazione gustosa nel vero senso della parola.


Per spiegare il concetto ed il valore sul sito c'e' un video in tedesco con lo stile esplicativo introdotto dagli autori di Common Craft.


Posto che non conosco che tre o quattro parole di tedesco (tra cui Sturm und Drang, Sturmtruppen... ecc.) mi sono posto l'obiettivo di capire il concetto solo dai visuali per verificarne la potenza espressiva.

E' stato davvero istruttivo! Provateci.

venerdì 7 ottobre 2011

Steve Jobs - visuale


La pagina di Apple di questi giorni con la semplice foto, anno di nascita e di morte e' la miglior rappresentazione visuale che ho trovato per commemorare la morte di Steve Jobs.


Ho cercato i tributi visuali a Steve Jobs ed ho trovato molte immagini fantasiose ma non con la stessa potenza della pagina principale di Apple.com e francamente mi fanno riflettere.
Molti di questi autoproclamati "Best Tribute" sono ampiamente discutibili.

Per rappresentare graficamente il CHI la teoria di visual design afferma che è bene ricorrere al ritratto e che la fotografia è l'espressione migliore del ritratto.
Questo principio di base dell'alfabetizzazione alla rappresentazione visuale che si impara (o si dovrebbe imparare) agli inizi di questo mestiere è a quanto pare sconosciuto a molti che lo praticano che avendo a disposizione strumenti grafici e informatici ne fanno un uso diciamo discutibile.

Se alcune visualizzazioni sono in qualche modo apprezzabili anche se non potenti come l'immagine di Apple, come ad esempio:



oppure

sono più delle celebrazioni dell'autore della rappresentazione. E in questo frangente secondo me sono fuori  luogo.


La copertina di Wired, seppur in linea con il mio sentire, non ha la stessa forza espressiva e la stessa emozione della home page di Apple.











La semplicità è estremamente difficile da ottenere. La semplicità non è banalità ma il risultato di ragionamenti profondi ed intuizioni. E la semplicità è stata una costante profonda attenzione di Steve Jobs.

mercoledì 5 ottobre 2011

Archivi di foto interessanti

In questo momento sto affrontando il problema di trovare uno o piu' archivi di fotografie, video, animazioni flash o After Effect da poter utilizzare a completamento di corsi in autoistruzioni e brevi video di presentazione.

Da molti anni considero i due leader Corbis e Getty come fonte di ispirazione e come spunto per idee splendide specie in ambito fotografico. Ma il prezzo delle loro foto mi ha spesso fatto desistere dal procedere all'acquisto.

Oltre ad avere delle foto molto molto interessanti e di qualita' questi due siti hanno degli ottimi motori di ricerca o meglio delle splendide ontologie (sistemi di individuazione delle foto tramite tag appropriati scelti in base a categorie di ricerca che incontrano il pensiero di molte persone)

Sono andato alla ricerca di archivi a minor costo o addirittura gratuiti ed ecco quanto ho iniziato a trovare.

Istockphoto: che dire, buone foto e un motore di ricerca interessante ma non entusiasmante. Per la qualita' delle foto direi che in qualche caso compete con Corbis e Getty (o almeno ci prova) ma per la ricerca francamente mi lascia un po' perplesso.

Consideriamo il caso che, come spesso mi accade, io voglia dare uno "stile" o scegliere una tipologia di foto. Ad esempio voglio solo foto di oggetti fotografati da soli su sfondo bianco. Oppure delle riprese da vicino. In IStockphoto posso solo scegliere per tipologia (foto, illustrazioni, video ecc.) e per collezioni, per altro poco numerose e non ben descritte.

Ho trovato invece pond5.com ed e' stato davvero sorprendente.


Pond5 offre un meccanismo di navigazione per categorie davvero interessante, effetti sonori e sigle in after effects. Beh ero entrato per una necessita' ed ho compreso che questa miniera di archivi multimediali merita sicuramente di essere approfondita e conosciuta.

Procedo con gli esperimenti e tornero' sull'argomento.


martedì 27 settembre 2011

Prezi pro e contro


Prezi e' sicuramente uno degli strumenti di presentazione che piu' mi piace e con il quale "lotto" spesso per comprende come superare i limiti dello strumento stesso o mentali di adattamento all'utilizzo.

Lo strumento e' intuitivo e versatile e vale la pena di sperimentarlo anche se fatico ancora a comprendere se possa diventare uno strumento con cui realizzare anche degli strumenti di auto apprendimento oppure se in pratica possa giocare il ruolo di strumento di presentazione alternativo a Keynote e Powerpoint.

Non sono ancora arrivato ad una conclusione. Nei prossimi giorni lo sperimentero' ancora in aula in un corso di Visual Thinking e Mappe Mentali. Per alcune cose il buon vecchio MindManager versione 2002 resta ancora insuperabile a mio parere perche' estremamente veloce e pronto a catturare il pensiero e a schematizzarlo rapidamente. 

In questo Prezi non mi soddisfa ancora appieno. Ci vuole troppa cura per gli spazi e le dimensioni per poter poi disporre di uno strumento integrato in grado di dar vita a diverse viste sui dati e sulle informazioni create. MindManager 2002 invece integrava in un unico strumento un editor di mappe, un creatore di testi, un creatore di siti web navigabili dinamicamente e la possibilita' di lavoro da remoto con altre persone. Dico integrava perche' le versioni trial del prodotto che ho scaricato in seguito, e considerando che siamo alla versione 2012 ne ho testate piu' di una..., non leggono piu' tutto quello che e' stato fatto con le versioni prima del 2002 e per quanto ho visto non sono nemmeno piu' in grado di replicare la semplicita' di creazione e la versatilita' della versione 2002 concentrandosi invece sulla creazione di "template" e strumenti spesso inutili.
Tutto questo porta gli attuali mindmanager e molti competitor che ho visto a  cadere nell'errore in cui cadde Powerpoint, tentando di massimizzare la standardizzazione della rappresentazione delle informazioni utilizzando i template. Questo uso scellerato dei template porto' Edward Tufte a scrivere il famoso libretto sullo "stile cognitivo di powerpoint" che probabilmente avrete letto se vi interessa l'argomento "pensiero visuale". 

Ad ogni modo, tornando a Prezi, se non lo avete gia' fatto testate Prezi e se volete facciamo due chiacchiere sui pro e contro.


sabato 24 settembre 2011

CV Visuale

Il mio socio Alberto, sempre alla ricerca di novita' mi segnala un servizio molto intrigante disponibile per Linkedin ma funzionante anche senza per rendere il CV "visuale".

Visualizzare le informazioni del proprio CV e' una cosa che sperimentai parecchi anni or sono con Visio di Microsoft. I risultati non erano male e furono apprezzati da un headhunter di Lugano che mi scrisse per incontrarmi. In Italia invece lo scanning dei CV viene demandato il piu' possibile a figure di bassa seniority e se possibile anche automatizzato, per cui tutto cio' che risulta visuale e' in qualche modo bandito e costringe chi redige il CV visuale a crearne piu' versioni (es. CV Europeo, CV classico, CV visuale, e relative versioni in Inglese...)

In ambito design vi sono esempi di CV visuali anche carini.

Ne includo alcuni per darvi un'idea di cosa intendo:







Questi CV di persone che utilizzano strumenti grafici come Adobe Illustrator o Photoshop, in genere, sono generalmente al di fuori delle possibilita' dell'utente informatico medio.

Ed ecco in aiuto uno strumento come visualize.me  Questo e' il mio profilo linkedin dato in pasto allo strumento visualize.me Paolo Rossetti's profile.



Che ne pensate?

Secondo me e' l'approccio corretto quando si hanno delle informazioni strutturate e rappresentabili con schemi grafici ed analogie largamente condivisibili come quelle adottate. La configurabilita' del prodotto aiuta e sono certo che in futuro possa evolvere per arrivare ad una totale configurabilita'.

Per ora inizio a "sperimentare" ma mi sembra corretto condividere e ringraziare Alberto!  ": )

E pensando al video sto riflettendo su esempi come questo:


alla prossima

lunedì 19 settembre 2011

Limiti di Powerpoint


Edward Tufte ha scritto un memorabile testo intitolato “The cognitive style of PowerPoint” (lo stile cognitivo di PowerPoint)
Edward Tufte - Graphics Press
ISBN: 978-0961392161 
per illustrare che il metodo tradizionale utilizzato nelle aziende e nelle organizzazioni per presentare un argomento, la presentazione basata su slide in formato PowerPoint, troppo spesso veicola un numero bassissimo di informazioni e spesso le distorce, causando effetti nefasti nella presa di decisioni basate sulle informazioni scambiate.

Per molti anni in azienda si sono utilizzati strumenti di proiezione di acetati (i cosiddetti lucidi) e di diapositive in 35mm ad alta risoluzione. Questi strumenti sono stati completamente soppiantati da programmi informatici per le presentazioni (i cosiddetti “slideware”).

Centinaia di milioni di copie del software PowerPoint di Microsoft generano e proiettano miliardi di slide ogni anno. 

Il problema principale è il seguente: gli slideware spesso riducono la qualità analitica delle presentazioni. In particolare l’uso dei “template” di PowerPoint di solito svilisce la capacità di ragionare dal punto di vista verbale e spaziale e quasi inevitabilmente corrompe la capacità di analisi tecnica e statistica. 
Le presentazioni, i meeting in azienda, sono, o dovrebbero essere, occasioni per scambio di informazioni tra i partecipanti.

Strumenti come PowerPoint sono totalmente focalizzati sul presentatore e non sui contenuti né sull’audience della presentazione. 

Di solito i fan di PowerPoint sono presentatori e non gli utenti (chi subisce le presentazioni). 

Gli slideware aiutano a strutturare cosa dire, per ritrovare e mostrare materiale da diverse fonti alla platea. 

Spesso però nella ricerca della semplificazione dei contenuti da presentare si finisce con introdurre dei diagrammi inutili, eccessivamente semplificati per renderli leggibili in PowerPoint, si introducono effetti scenografici e animazioni che distraggono e rendono meno leggibile e comprensibile il contenuto, si aggiungono fronzoli ed orpelli che finiscono con il distrarre. 

Tutto ciò va a scapito del contenuto della presentazione e del dialogo che dovrebbe animare.

Il testo di Tufte e il dialogo che ne scaturi' sul sito di Tufte sono uno dei pezzi che utilizzo nei corsi di Visual Thinking per riflettere assieme sul tema.  Un mio capo tedesco diceva che uno stupito con uno strumento anche ottimo resta sempre uno stupido. "A fool with a tool is still a fool" suona meglio in Inglese.

Credo che un dialogo del genere in Italia non sia mai iniziato ma varrebbe la pena parlarne anche qui, visto che in molte aziende Powerpoint e' lo strumento obbligatorio per la comunicazione aziendale.

giovedì 15 settembre 2011

Facilitatori grafici

Nel mondo anglosassone vi sono dei veri e propri "facilitatori" grafici, delle persone che hanno appreso come rappresentare rapidamente le discussioni che avvengono in una riunione o un convegno e rappresentarle graficamente in tempo reale.

I benefici di questa pratica sono ben descritti in questo PDF di Susan Kelly. Ci sono dei veri e propri corsi su come diventare dei facilitatori grafici anche se questa professione in Italia, per quanto ne so, non e' molto richiesta...

In Italia vi sono delle descrizioni accademiche del mestiere di facilitatore grafico che spiegano la difficolta' e la preparazione interdisciplinare necessaria per svolgere il mestiere, ma credo che la scarsa considerazione goduta da tutte le arti in Italia renda il mestiere di facilitatore molto difficile da far comprendere e da "vendere" in azienda. 

Quello che ritengo possa essere invece compreso ed apprezzato nel mondo del lavoro sono le tecniche utilizzate per rendere piu' produttivi gli incontri aziendali e le riunioni, riducendone la durata, migliorando la presa di decisioni, aumentando il consenso rendendo esplicite le posizioni individuali e facendo partecipare attivamente tutti i membri di una riunione.

La facilitazione grafica e' usata in format molto famosi come i "World Cafe'" - sessioni di conversazione mirata per favorire il cambiamento a livello aziendale o comunitario.  Non ho avuto modo di partecipare ad alcun World Cafe' in Italia ma non e' detto che ne proponga uno a casa mia in campagna per vedere come reagisce il mercato italiano... Sono un po' scettico ma perche' non provare?

A prima vista sembra molto semplice e credo che la maggior parte delle persone creda che la difficolta' stia nella rappresentazione grafica dei concetti e nella "vena artistica" necessaria. Invece per quel che mi riguarda, le difficolta' sono molto piu' legate alla gestione delle dinamiche di gruppo, alle problematiche di faciltazione mente gli aspetti grafici necessari possono essere appresi ragionevolmente in fretta.

Credo si tratti di imparare un nuovo "alfabeto" grafico per esprimersi rapidamente. I concetti rappresentati con un numero molto limitato di grafiche.

Una guida che mi e' stata utile per comprendere queste grafiche e' il Bikablo della tedesca Neuland.
Ne hanno prodotte due versioni. 

Le ho trovate utili per confrontarmi su come altre persone rappresentano concetti astratti come "qualita'" "successo" ecc.

Gli oggetti comuni hanno una rappresentazione univoca e semplice. Ad esempio "borsa", "cravatta" sono concetti semplici da visualizzare e l'unico errore da evitare e' quello di concentrarsi sulla rappresentazione esatta dell'oggetto. Infatti il trucco per una rappresentazione efficace e rapida e' quello di concentrarsi sull'essenza dell'oggetto stesso e coglierne gli elementi caratterizzanti  e piu' rapidi da disegnare. Con un po' di pratica, oltre che divertendosi, si imparano a rappresentare moltissimi oggetti e concetti in fretta.

Per quanto invece riguarda gli aspetti di rappresentazione dei processi, comprensione delle dinamiche interpersonali, gestione dei conflitti, ecc. non e' cosi' semplice impararli. 


domenica 11 settembre 2011

Facilitazione Grafica

Fin dai tempi in cui mi occupavo di sviluppo software compresi quanto sia essenziale la comunicazione. Certamente la comunicazione in presenza, con una lavagna a disposizione risulta quella maggiormente produttiva e a dirlo sono numerosi studi effettuati, come quello riportato in questo diagramma da Alistar Cockburn nei sui testi dedicati a come rendere maggiormente produttivi i team che sviluppano software.

Negli ultimi anni in Nord America e Nord Europa si iniziano a vedere professionisti della facilitazione visuale, persone con una capacita' di sintesi e di rappresentazione grafica dei concetti ed esperti di processi di comunicazione e di gestione delle relazioni umane.

La facilitazione visuale e' secondo me un magnifico mestiere anche se non sono certo che vi siano ad oggi molti sbocchi professionali per esperti di questa materia.
Peccato. Se come me credete che questo, a naso, possa essere un mestiere che farebbe per voi vi segnalo il lavoro di David Sibbert sulle riunioni visuali. E' piu' semplice di quanto pensiate l'aspetto grafico. Il difficile e' la gestione delle relazioni umane. Come al solito.

Il libro di cui parlo e' Visual Meetings.


David Sibbert da decenni sperimenta le tecniche di animazione visuale, vive ed esercita in California, non in Italia. Che strano!



Buona lettura.

martedì 6 settembre 2011

Qualche esempio di orrore nell'infografica

Nella linkoteca ho iniziato a catalogare dei siti che mi piacciano e molti sono ricolmi di infografiche.

Visto che ho appena parlato di cosa significa per me "bello" nell'infografica mostro anche dei chiari esempi di brutture.

http://www.smashingmagazine.com/

Bello! Ma cosa è bello veramente?

Parlo di visualizzazione ovviamente. Cosa significa che una visualizzazione è bella? E' importante che sia bella la visualizzazione creata?

Più e più volte mi è capitato parlando con qualcuno di scarabocchiare le idee che avevo in testa e sentirmi chiedere il pezzo di carta con i geroglifici al temine della conversazione come promemoria dei punti trattati. Eppure non posso certo affermare che quegli scarabocchi fossero "belli". Quegli schizzi che avevano significato solo all'interno della conversazione tra me e l'altra persona.
Ma allora la bellezza è negli occhi di chi guarda? E' tutto relativo?

Non credo. Ad aiutarmi a rispondere chiamo Noha Iliinsky che oltre ad insegnarvi come scegliere una bicicletta  ha cercato di riflettere sul tema della bellezza andando oltre l'indicazione che una grafica debba essere esteticamente piacevole e a discutere di teorie estetiche.

Per Noha come per me una grafica per essere "bella" deve essere nuova, informare ed efficiente.

Vediamo cosa intendiamo con questi termini.

Novità

Uno sguardo diverso ai dati o un formato che sia in grado di stimolare il lettore con un guizzo di eccitazione e che porti a comprendere le cose da un nuovo punto di vista. Gli strumenti informatici come powerpoint hanno messo a disposizione centinaia di grafici precotti, pronti all'uso. Torte, istogrammi, scatterplots ecc. Tutte queste grafiche veicolano informazioni, talvolta sono anche usati nel modo corretto e informano ma dopo un po' di tempo non sono in grado di stimolare il lettore, non ci stimolano e non ci sorprendono e pertanto non li definisco come "belli".

Informativa

La chiave con cui giudicare ogni visualizzazione, indipendentemente dalla bellezza o meno della stessa,  è che veicoli informazione così che chi la osserva possa contestualizzarla e accrescere la propria conoscenza. Se una visualizzazione non raggiunge questo scopo è inutile. Ci sono moltissime variabili che concorrono alla creazione di una visualizzazione che informi. Due tra queste sono molto importanti e credo debbano sempre essere considerate con estrema attenzione: oltre alla correttezza dei dati è importante considerare il messaggio che la visualizzazione veicola e il contesto in cui viene utilizzata.
Quale conoscenza sto cercando di trasferire? Che domande provo a rispondere con questa visualizzazione? Che storia sto raccontando? Se non riesco a rispondere a queste domande con la mia visualizzazione non avrò creato nulla di bello.
Il contesto è molto importante. Ci sono grafiche che sono pensate per mostrare quello che già si sa in un modo nuovo o per esplorare la realtà alla ricerca di qualcosa di nuovo. Presentazione o analisi.
La gran parte delle visualizzazioni che vediamo sono del primo tipo. Presentano qualcosa.
E' importante sapere in quale contesto opereremo per prendere decisioni grafiche che determineranno la bellezza o meno di certe grafiche.
Le grafiche realizzate per analizzare e scoprire qualcosa di nuovo sono utilizzate principalmente in contesti scientifici o di business e generalmente molto più complesse da realizzare.
Vi sono anche rari esempi di grafiche in grado di presentare e di spingere a nuove scoperte e queste sono le grafiche più belle!
L'esempio migliore di una visualizzazione che è in grado di presentare ma anche di fornire elementi di analisi è la tavola periodica degli elementi chimici. E' stata utilizzata per mostrare quello che si era scoperto e ha rivelato dei "buchi" nella tavola delle proprietà che hanno portato alla scoperta di nuovi elementi chimici. Sulla tavola degli elementi varrà la pena scrivere un post di approfondimento...

Efficienza

Una visualizzazione bella ha un obiettivo chiaro, un messaggio da mostrare, una sua prospettiva sull'informazione per cui è progettata. Accedere a queste informazioni deve essere il più semplice possibile. Una visualizzazione efficiente rimuove tutte le informazioni non necessarie allo scopo e rende complessa la comprensione. I dati irrilevanti possono essere considerati del rumore. Se non aiuta a comprendere è meglio rimuovere.

Estetica


La costruzione grafica (forma, colori, linee, caratteri tipografici, assi, ecc.) sono gli elementi necessari ma non sufficienti di una "bella" visualizzazione. L'armonia estetica va affiancata sempre alla comunicazione del significato, al mostrare le relazioni e all'evidenziare delle conclusioni.

Se lo scopo è solo di impressionare con l'estetica una grafica non può essere giudicata "bella".

lunedì 5 settembre 2011

Benvenuto nel mondo del visual thinking


Visual Thinking è un termine di moda di questi tempi, almeno nel mondo anglosassone.

Ci si muove sempre più in un mondo visuale che sta soppiantando la parola scritta.

La facilità di creazione di immagini e di sequenze video grazie alle nuove tecnologie, la possibilità di acquisto di attrezzature fotografiche, computazionali e per riprese video, a prezzi decrescenti in modo proporzionale all’aumento delle prestazioni delle stesse, sta rivoluzionando il nostro mondo.

Grazie ai video e alla facilità di comunicazione via internet anche l’innovazione sta cambiando. 

La possibilità di “vedere”, ed essere visti, e di distribuire le informazioni in un mondo interconnesso sta letteralmente cambiando il mondo portando ad innovazioni accelerate dalle folle.

Mai prima d’ora nella storia, l’uomo ha avuto accesso ad una così immensamente vasta mole di informazioni. Si parla spesso di eccesso di informazioni: il cosiddetto fenomeno dell’information overload.

In un mondo interconnesso, globale, multiculturale, con numerosissimi canali di informazione, con un numero crescente di contatti e di collaborazioni possibili, la comunicazione diventa sempre più complessa e difficile da gestire. 

L’informazione puramente testuale diventa incapace di far fronte ad una così immensa mole di dati. 

L’utilizzo di immagini, diagrammi, grafici, schizzi, sequenze animate, fotografie è diventato sempre più frequente.

Lo studio del cervello umano ha rivelato sempre più che le abilità in cui l’uomo eccelle sono legate alla visualizzazione. 

Sono certo che la vista sia il senso a cui ciascuno di noi tiene maggiormente. 

Un'immagine vale mille parole.  E’ un vecchio adagio. Ma una immagine sbagliata richiede poi anche più di mille parole per essere spiegata o evitare che venga fraintesa.

Siamo immersi nella comunicazione visuale e questa ha fatto passi da gigante negli ultimi anni. 

D’altro canto la nostra formazione, le nostre competenze non sono, per la stragrande maggioranza di noi, legate alla comunicazione visuale. E quindi la subiamo invece che comprenderla.

Si può certamente affermare che la capacità verbale e di produrre scritti eccellenti è  stata molto più valutata della capacità di rappresentare graficamente un idea o un concetto e tale capacità spesso è stata confinata erroneamente alla figura dell’artista.

Eppure il successo immenso dei nuovi prodotti che hanno rivoluzionato il mercato è ampiamente legato al loro aspetto estetico, alla semplicità d'uso delle nuove interfacce utente, alla grafica ed al loro aspetto “visuale”. Pensiamo ai prodotti Apple come iPad o iPhone, o a Sony o a Google Maps, pensiamo alla moda e al design.

Ma la comunicazione visuale non è solo la nuova dimensione che sostituisce la cara, vecchia comunicazione testuale. 

E' un sistema di pensiero, che sintetizza molteplici dati, fattori, ragionamenti in un'unica unità - un foglietto di carta, uno schermo, un manifesto enorme. 

Riviste come Wired hanno fatto della comunicazione visuale (infografica, diagrammi, schemi ecc.) la loro chiave di successo.  L’utilizzo appropriato di schemi, diagrammi, grafici e immagini in genere nasce da una costante richiesta di brevità, di rapidità ed immediatezza di comunicazione, di sintesi.

“Our culture relies too heavily on words: Our school systems—and political systems—are designed to promote people who are verbal and eloquent. And text tends to encourage us to describe our problems as narratives or linear lists of facts.
But dynamic, complicated problems—like global warming and economic reform—often can’t be boiled down to simple narratives. They’re systems; they have many little parts affecting one another. In those situations, drawing a picture can clarify what’s going on. - Dan Roam

Dan Roam è l'autore di "The back of the napkin" un best seller del 2010 sul visual thinking.

In quest blog cercherò di iniziare a comprendere meglio alcune tecniche di visualizzazione e a segnalare esempi degni di nota.