venerdì 7 ottobre 2011

Steve Jobs - visuale


La pagina di Apple di questi giorni con la semplice foto, anno di nascita e di morte e' la miglior rappresentazione visuale che ho trovato per commemorare la morte di Steve Jobs.


Ho cercato i tributi visuali a Steve Jobs ed ho trovato molte immagini fantasiose ma non con la stessa potenza della pagina principale di Apple.com e francamente mi fanno riflettere.
Molti di questi autoproclamati "Best Tribute" sono ampiamente discutibili.

Per rappresentare graficamente il CHI la teoria di visual design afferma che è bene ricorrere al ritratto e che la fotografia è l'espressione migliore del ritratto.
Questo principio di base dell'alfabetizzazione alla rappresentazione visuale che si impara (o si dovrebbe imparare) agli inizi di questo mestiere è a quanto pare sconosciuto a molti che lo praticano che avendo a disposizione strumenti grafici e informatici ne fanno un uso diciamo discutibile.

Se alcune visualizzazioni sono in qualche modo apprezzabili anche se non potenti come l'immagine di Apple, come ad esempio:



oppure

sono più delle celebrazioni dell'autore della rappresentazione. E in questo frangente secondo me sono fuori  luogo.


La copertina di Wired, seppur in linea con il mio sentire, non ha la stessa forza espressiva e la stessa emozione della home page di Apple.











La semplicità è estremamente difficile da ottenere. La semplicità non è banalità ma il risultato di ragionamenti profondi ed intuizioni. E la semplicità è stata una costante profonda attenzione di Steve Jobs.

mercoledì 5 ottobre 2011

Archivi di foto interessanti

In questo momento sto affrontando il problema di trovare uno o piu' archivi di fotografie, video, animazioni flash o After Effect da poter utilizzare a completamento di corsi in autoistruzioni e brevi video di presentazione.

Da molti anni considero i due leader Corbis e Getty come fonte di ispirazione e come spunto per idee splendide specie in ambito fotografico. Ma il prezzo delle loro foto mi ha spesso fatto desistere dal procedere all'acquisto.

Oltre ad avere delle foto molto molto interessanti e di qualita' questi due siti hanno degli ottimi motori di ricerca o meglio delle splendide ontologie (sistemi di individuazione delle foto tramite tag appropriati scelti in base a categorie di ricerca che incontrano il pensiero di molte persone)

Sono andato alla ricerca di archivi a minor costo o addirittura gratuiti ed ecco quanto ho iniziato a trovare.

Istockphoto: che dire, buone foto e un motore di ricerca interessante ma non entusiasmante. Per la qualita' delle foto direi che in qualche caso compete con Corbis e Getty (o almeno ci prova) ma per la ricerca francamente mi lascia un po' perplesso.

Consideriamo il caso che, come spesso mi accade, io voglia dare uno "stile" o scegliere una tipologia di foto. Ad esempio voglio solo foto di oggetti fotografati da soli su sfondo bianco. Oppure delle riprese da vicino. In IStockphoto posso solo scegliere per tipologia (foto, illustrazioni, video ecc.) e per collezioni, per altro poco numerose e non ben descritte.

Ho trovato invece pond5.com ed e' stato davvero sorprendente.


Pond5 offre un meccanismo di navigazione per categorie davvero interessante, effetti sonori e sigle in after effects. Beh ero entrato per una necessita' ed ho compreso che questa miniera di archivi multimediali merita sicuramente di essere approfondita e conosciuta.

Procedo con gli esperimenti e tornero' sull'argomento.


martedì 27 settembre 2011

Prezi pro e contro


Prezi e' sicuramente uno degli strumenti di presentazione che piu' mi piace e con il quale "lotto" spesso per comprende come superare i limiti dello strumento stesso o mentali di adattamento all'utilizzo.

Lo strumento e' intuitivo e versatile e vale la pena di sperimentarlo anche se fatico ancora a comprendere se possa diventare uno strumento con cui realizzare anche degli strumenti di auto apprendimento oppure se in pratica possa giocare il ruolo di strumento di presentazione alternativo a Keynote e Powerpoint.

Non sono ancora arrivato ad una conclusione. Nei prossimi giorni lo sperimentero' ancora in aula in un corso di Visual Thinking e Mappe Mentali. Per alcune cose il buon vecchio MindManager versione 2002 resta ancora insuperabile a mio parere perche' estremamente veloce e pronto a catturare il pensiero e a schematizzarlo rapidamente. 

In questo Prezi non mi soddisfa ancora appieno. Ci vuole troppa cura per gli spazi e le dimensioni per poter poi disporre di uno strumento integrato in grado di dar vita a diverse viste sui dati e sulle informazioni create. MindManager 2002 invece integrava in un unico strumento un editor di mappe, un creatore di testi, un creatore di siti web navigabili dinamicamente e la possibilita' di lavoro da remoto con altre persone. Dico integrava perche' le versioni trial del prodotto che ho scaricato in seguito, e considerando che siamo alla versione 2012 ne ho testate piu' di una..., non leggono piu' tutto quello che e' stato fatto con le versioni prima del 2002 e per quanto ho visto non sono nemmeno piu' in grado di replicare la semplicita' di creazione e la versatilita' della versione 2002 concentrandosi invece sulla creazione di "template" e strumenti spesso inutili.
Tutto questo porta gli attuali mindmanager e molti competitor che ho visto a  cadere nell'errore in cui cadde Powerpoint, tentando di massimizzare la standardizzazione della rappresentazione delle informazioni utilizzando i template. Questo uso scellerato dei template porto' Edward Tufte a scrivere il famoso libretto sullo "stile cognitivo di powerpoint" che probabilmente avrete letto se vi interessa l'argomento "pensiero visuale". 

Ad ogni modo, tornando a Prezi, se non lo avete gia' fatto testate Prezi e se volete facciamo due chiacchiere sui pro e contro.


sabato 24 settembre 2011

CV Visuale

Il mio socio Alberto, sempre alla ricerca di novita' mi segnala un servizio molto intrigante disponibile per Linkedin ma funzionante anche senza per rendere il CV "visuale".

Visualizzare le informazioni del proprio CV e' una cosa che sperimentai parecchi anni or sono con Visio di Microsoft. I risultati non erano male e furono apprezzati da un headhunter di Lugano che mi scrisse per incontrarmi. In Italia invece lo scanning dei CV viene demandato il piu' possibile a figure di bassa seniority e se possibile anche automatizzato, per cui tutto cio' che risulta visuale e' in qualche modo bandito e costringe chi redige il CV visuale a crearne piu' versioni (es. CV Europeo, CV classico, CV visuale, e relative versioni in Inglese...)

In ambito design vi sono esempi di CV visuali anche carini.

Ne includo alcuni per darvi un'idea di cosa intendo:







Questi CV di persone che utilizzano strumenti grafici come Adobe Illustrator o Photoshop, in genere, sono generalmente al di fuori delle possibilita' dell'utente informatico medio.

Ed ecco in aiuto uno strumento come visualize.me  Questo e' il mio profilo linkedin dato in pasto allo strumento visualize.me Paolo Rossetti's profile.



Che ne pensate?

Secondo me e' l'approccio corretto quando si hanno delle informazioni strutturate e rappresentabili con schemi grafici ed analogie largamente condivisibili come quelle adottate. La configurabilita' del prodotto aiuta e sono certo che in futuro possa evolvere per arrivare ad una totale configurabilita'.

Per ora inizio a "sperimentare" ma mi sembra corretto condividere e ringraziare Alberto!  ": )

E pensando al video sto riflettendo su esempi come questo:


alla prossima

lunedì 19 settembre 2011

Limiti di Powerpoint


Edward Tufte ha scritto un memorabile testo intitolato “The cognitive style of PowerPoint” (lo stile cognitivo di PowerPoint)
Edward Tufte - Graphics Press
ISBN: 978-0961392161 
per illustrare che il metodo tradizionale utilizzato nelle aziende e nelle organizzazioni per presentare un argomento, la presentazione basata su slide in formato PowerPoint, troppo spesso veicola un numero bassissimo di informazioni e spesso le distorce, causando effetti nefasti nella presa di decisioni basate sulle informazioni scambiate.

Per molti anni in azienda si sono utilizzati strumenti di proiezione di acetati (i cosiddetti lucidi) e di diapositive in 35mm ad alta risoluzione. Questi strumenti sono stati completamente soppiantati da programmi informatici per le presentazioni (i cosiddetti “slideware”).

Centinaia di milioni di copie del software PowerPoint di Microsoft generano e proiettano miliardi di slide ogni anno. 

Il problema principale è il seguente: gli slideware spesso riducono la qualità analitica delle presentazioni. In particolare l’uso dei “template” di PowerPoint di solito svilisce la capacità di ragionare dal punto di vista verbale e spaziale e quasi inevitabilmente corrompe la capacità di analisi tecnica e statistica. 
Le presentazioni, i meeting in azienda, sono, o dovrebbero essere, occasioni per scambio di informazioni tra i partecipanti.

Strumenti come PowerPoint sono totalmente focalizzati sul presentatore e non sui contenuti né sull’audience della presentazione. 

Di solito i fan di PowerPoint sono presentatori e non gli utenti (chi subisce le presentazioni). 

Gli slideware aiutano a strutturare cosa dire, per ritrovare e mostrare materiale da diverse fonti alla platea. 

Spesso però nella ricerca della semplificazione dei contenuti da presentare si finisce con introdurre dei diagrammi inutili, eccessivamente semplificati per renderli leggibili in PowerPoint, si introducono effetti scenografici e animazioni che distraggono e rendono meno leggibile e comprensibile il contenuto, si aggiungono fronzoli ed orpelli che finiscono con il distrarre. 

Tutto ciò va a scapito del contenuto della presentazione e del dialogo che dovrebbe animare.

Il testo di Tufte e il dialogo che ne scaturi' sul sito di Tufte sono uno dei pezzi che utilizzo nei corsi di Visual Thinking per riflettere assieme sul tema.  Un mio capo tedesco diceva che uno stupito con uno strumento anche ottimo resta sempre uno stupido. "A fool with a tool is still a fool" suona meglio in Inglese.

Credo che un dialogo del genere in Italia non sia mai iniziato ma varrebbe la pena parlarne anche qui, visto che in molte aziende Powerpoint e' lo strumento obbligatorio per la comunicazione aziendale.

giovedì 15 settembre 2011

Facilitatori grafici

Nel mondo anglosassone vi sono dei veri e propri "facilitatori" grafici, delle persone che hanno appreso come rappresentare rapidamente le discussioni che avvengono in una riunione o un convegno e rappresentarle graficamente in tempo reale.

I benefici di questa pratica sono ben descritti in questo PDF di Susan Kelly. Ci sono dei veri e propri corsi su come diventare dei facilitatori grafici anche se questa professione in Italia, per quanto ne so, non e' molto richiesta...

In Italia vi sono delle descrizioni accademiche del mestiere di facilitatore grafico che spiegano la difficolta' e la preparazione interdisciplinare necessaria per svolgere il mestiere, ma credo che la scarsa considerazione goduta da tutte le arti in Italia renda il mestiere di facilitatore molto difficile da far comprendere e da "vendere" in azienda. 

Quello che ritengo possa essere invece compreso ed apprezzato nel mondo del lavoro sono le tecniche utilizzate per rendere piu' produttivi gli incontri aziendali e le riunioni, riducendone la durata, migliorando la presa di decisioni, aumentando il consenso rendendo esplicite le posizioni individuali e facendo partecipare attivamente tutti i membri di una riunione.

La facilitazione grafica e' usata in format molto famosi come i "World Cafe'" - sessioni di conversazione mirata per favorire il cambiamento a livello aziendale o comunitario.  Non ho avuto modo di partecipare ad alcun World Cafe' in Italia ma non e' detto che ne proponga uno a casa mia in campagna per vedere come reagisce il mercato italiano... Sono un po' scettico ma perche' non provare?

A prima vista sembra molto semplice e credo che la maggior parte delle persone creda che la difficolta' stia nella rappresentazione grafica dei concetti e nella "vena artistica" necessaria. Invece per quel che mi riguarda, le difficolta' sono molto piu' legate alla gestione delle dinamiche di gruppo, alle problematiche di faciltazione mente gli aspetti grafici necessari possono essere appresi ragionevolmente in fretta.

Credo si tratti di imparare un nuovo "alfabeto" grafico per esprimersi rapidamente. I concetti rappresentati con un numero molto limitato di grafiche.

Una guida che mi e' stata utile per comprendere queste grafiche e' il Bikablo della tedesca Neuland.
Ne hanno prodotte due versioni. 

Le ho trovate utili per confrontarmi su come altre persone rappresentano concetti astratti come "qualita'" "successo" ecc.

Gli oggetti comuni hanno una rappresentazione univoca e semplice. Ad esempio "borsa", "cravatta" sono concetti semplici da visualizzare e l'unico errore da evitare e' quello di concentrarsi sulla rappresentazione esatta dell'oggetto. Infatti il trucco per una rappresentazione efficace e rapida e' quello di concentrarsi sull'essenza dell'oggetto stesso e coglierne gli elementi caratterizzanti  e piu' rapidi da disegnare. Con un po' di pratica, oltre che divertendosi, si imparano a rappresentare moltissimi oggetti e concetti in fretta.

Per quanto invece riguarda gli aspetti di rappresentazione dei processi, comprensione delle dinamiche interpersonali, gestione dei conflitti, ecc. non e' cosi' semplice impararli. 


domenica 11 settembre 2011

Facilitazione Grafica

Fin dai tempi in cui mi occupavo di sviluppo software compresi quanto sia essenziale la comunicazione. Certamente la comunicazione in presenza, con una lavagna a disposizione risulta quella maggiormente produttiva e a dirlo sono numerosi studi effettuati, come quello riportato in questo diagramma da Alistar Cockburn nei sui testi dedicati a come rendere maggiormente produttivi i team che sviluppano software.

Negli ultimi anni in Nord America e Nord Europa si iniziano a vedere professionisti della facilitazione visuale, persone con una capacita' di sintesi e di rappresentazione grafica dei concetti ed esperti di processi di comunicazione e di gestione delle relazioni umane.

La facilitazione visuale e' secondo me un magnifico mestiere anche se non sono certo che vi siano ad oggi molti sbocchi professionali per esperti di questa materia.
Peccato. Se come me credete che questo, a naso, possa essere un mestiere che farebbe per voi vi segnalo il lavoro di David Sibbert sulle riunioni visuali. E' piu' semplice di quanto pensiate l'aspetto grafico. Il difficile e' la gestione delle relazioni umane. Come al solito.

Il libro di cui parlo e' Visual Meetings.


David Sibbert da decenni sperimenta le tecniche di animazione visuale, vive ed esercita in California, non in Italia. Che strano!



Buona lettura.