lunedì 19 settembre 2011

Limiti di Powerpoint


Edward Tufte ha scritto un memorabile testo intitolato “The cognitive style of PowerPoint” (lo stile cognitivo di PowerPoint)
Edward Tufte - Graphics Press
ISBN: 978-0961392161 
per illustrare che il metodo tradizionale utilizzato nelle aziende e nelle organizzazioni per presentare un argomento, la presentazione basata su slide in formato PowerPoint, troppo spesso veicola un numero bassissimo di informazioni e spesso le distorce, causando effetti nefasti nella presa di decisioni basate sulle informazioni scambiate.

Per molti anni in azienda si sono utilizzati strumenti di proiezione di acetati (i cosiddetti lucidi) e di diapositive in 35mm ad alta risoluzione. Questi strumenti sono stati completamente soppiantati da programmi informatici per le presentazioni (i cosiddetti “slideware”).

Centinaia di milioni di copie del software PowerPoint di Microsoft generano e proiettano miliardi di slide ogni anno. 

Il problema principale è il seguente: gli slideware spesso riducono la qualità analitica delle presentazioni. In particolare l’uso dei “template” di PowerPoint di solito svilisce la capacità di ragionare dal punto di vista verbale e spaziale e quasi inevitabilmente corrompe la capacità di analisi tecnica e statistica. 
Le presentazioni, i meeting in azienda, sono, o dovrebbero essere, occasioni per scambio di informazioni tra i partecipanti.

Strumenti come PowerPoint sono totalmente focalizzati sul presentatore e non sui contenuti né sull’audience della presentazione. 

Di solito i fan di PowerPoint sono presentatori e non gli utenti (chi subisce le presentazioni). 

Gli slideware aiutano a strutturare cosa dire, per ritrovare e mostrare materiale da diverse fonti alla platea. 

Spesso però nella ricerca della semplificazione dei contenuti da presentare si finisce con introdurre dei diagrammi inutili, eccessivamente semplificati per renderli leggibili in PowerPoint, si introducono effetti scenografici e animazioni che distraggono e rendono meno leggibile e comprensibile il contenuto, si aggiungono fronzoli ed orpelli che finiscono con il distrarre. 

Tutto ciò va a scapito del contenuto della presentazione e del dialogo che dovrebbe animare.

Il testo di Tufte e il dialogo che ne scaturi' sul sito di Tufte sono uno dei pezzi che utilizzo nei corsi di Visual Thinking per riflettere assieme sul tema.  Un mio capo tedesco diceva che uno stupito con uno strumento anche ottimo resta sempre uno stupido. "A fool with a tool is still a fool" suona meglio in Inglese.

Credo che un dialogo del genere in Italia non sia mai iniziato ma varrebbe la pena parlarne anche qui, visto che in molte aziende Powerpoint e' lo strumento obbligatorio per la comunicazione aziendale.

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