sabato 24 settembre 2011

CV Visuale

Il mio socio Alberto, sempre alla ricerca di novita' mi segnala un servizio molto intrigante disponibile per Linkedin ma funzionante anche senza per rendere il CV "visuale".

Visualizzare le informazioni del proprio CV e' una cosa che sperimentai parecchi anni or sono con Visio di Microsoft. I risultati non erano male e furono apprezzati da un headhunter di Lugano che mi scrisse per incontrarmi. In Italia invece lo scanning dei CV viene demandato il piu' possibile a figure di bassa seniority e se possibile anche automatizzato, per cui tutto cio' che risulta visuale e' in qualche modo bandito e costringe chi redige il CV visuale a crearne piu' versioni (es. CV Europeo, CV classico, CV visuale, e relative versioni in Inglese...)

In ambito design vi sono esempi di CV visuali anche carini.

Ne includo alcuni per darvi un'idea di cosa intendo:







Questi CV di persone che utilizzano strumenti grafici come Adobe Illustrator o Photoshop, in genere, sono generalmente al di fuori delle possibilita' dell'utente informatico medio.

Ed ecco in aiuto uno strumento come visualize.me  Questo e' il mio profilo linkedin dato in pasto allo strumento visualize.me Paolo Rossetti's profile.



Che ne pensate?

Secondo me e' l'approccio corretto quando si hanno delle informazioni strutturate e rappresentabili con schemi grafici ed analogie largamente condivisibili come quelle adottate. La configurabilita' del prodotto aiuta e sono certo che in futuro possa evolvere per arrivare ad una totale configurabilita'.

Per ora inizio a "sperimentare" ma mi sembra corretto condividere e ringraziare Alberto!  ": )

E pensando al video sto riflettendo su esempi come questo:


alla prossima

lunedì 19 settembre 2011

Limiti di Powerpoint


Edward Tufte ha scritto un memorabile testo intitolato “The cognitive style of PowerPoint” (lo stile cognitivo di PowerPoint)
Edward Tufte - Graphics Press
ISBN: 978-0961392161 
per illustrare che il metodo tradizionale utilizzato nelle aziende e nelle organizzazioni per presentare un argomento, la presentazione basata su slide in formato PowerPoint, troppo spesso veicola un numero bassissimo di informazioni e spesso le distorce, causando effetti nefasti nella presa di decisioni basate sulle informazioni scambiate.

Per molti anni in azienda si sono utilizzati strumenti di proiezione di acetati (i cosiddetti lucidi) e di diapositive in 35mm ad alta risoluzione. Questi strumenti sono stati completamente soppiantati da programmi informatici per le presentazioni (i cosiddetti “slideware”).

Centinaia di milioni di copie del software PowerPoint di Microsoft generano e proiettano miliardi di slide ogni anno. 

Il problema principale è il seguente: gli slideware spesso riducono la qualità analitica delle presentazioni. In particolare l’uso dei “template” di PowerPoint di solito svilisce la capacità di ragionare dal punto di vista verbale e spaziale e quasi inevitabilmente corrompe la capacità di analisi tecnica e statistica. 
Le presentazioni, i meeting in azienda, sono, o dovrebbero essere, occasioni per scambio di informazioni tra i partecipanti.

Strumenti come PowerPoint sono totalmente focalizzati sul presentatore e non sui contenuti né sull’audience della presentazione. 

Di solito i fan di PowerPoint sono presentatori e non gli utenti (chi subisce le presentazioni). 

Gli slideware aiutano a strutturare cosa dire, per ritrovare e mostrare materiale da diverse fonti alla platea. 

Spesso però nella ricerca della semplificazione dei contenuti da presentare si finisce con introdurre dei diagrammi inutili, eccessivamente semplificati per renderli leggibili in PowerPoint, si introducono effetti scenografici e animazioni che distraggono e rendono meno leggibile e comprensibile il contenuto, si aggiungono fronzoli ed orpelli che finiscono con il distrarre. 

Tutto ciò va a scapito del contenuto della presentazione e del dialogo che dovrebbe animare.

Il testo di Tufte e il dialogo che ne scaturi' sul sito di Tufte sono uno dei pezzi che utilizzo nei corsi di Visual Thinking per riflettere assieme sul tema.  Un mio capo tedesco diceva che uno stupito con uno strumento anche ottimo resta sempre uno stupido. "A fool with a tool is still a fool" suona meglio in Inglese.

Credo che un dialogo del genere in Italia non sia mai iniziato ma varrebbe la pena parlarne anche qui, visto che in molte aziende Powerpoint e' lo strumento obbligatorio per la comunicazione aziendale.